11 Settembre - Mimmo Santacroce

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New York ore 8:00 - 16:00 in Italia - due aerei di linea vengono dirottati da terroristi iracheni, sulle Twin Towers del World Trade Centre, simbolo del capitalismo americano e sul Pentagono.
Questo attacco ha voluto dimostrare la vulnerabilità della “Superpotenza Occidentale” che mai avrebbe immaginato di poter essere colpita a morte così violentemente e proprio nel suo interno.
Da quel giorno sono venute a mancare tutte le certezze per l’intero mondo occidentale che si è chiesto su quale sicurezza poter fare affidamento se anche la nazione più potente del mondo, era stata messa in ginocchio in un attimo, senza sospetto alcuno.
Al di là di tutte le spiegazioni politiche che possono essere state alla base di un atto così cruento, quella dell’undici settembre è stata soprattutto la tragedia umana che ha colpito milioni di persone.
Che la si sia vissuta in prima persona o davanti ad un televisore, quella giornata ha cambiato tutti, nel profondo del cuore, per sempre. Ed ecco che tutti, ognuno nel proprio piccolo, ha fatto ciò che poteva per salvare vite umane.

“11 Settembre 2001”...

...non ha la pretesa d’essere un’opera d’arte, ma lo sfogo di un artista che ha voluto immortalare con rabbia l’ignobile ed incomparabile tragedia che ha colpito l’America e il mondo intero.
...in memoria di chi si è visto sfuggire la vita in un attimo e di chi ha sacrificato la propria per salvare quella di altri.
Vorrei qui ringraziare il sindaco, dottor Pascariello Angelo, per la sensibilità dimostrata nell’aver trovato la giusta collocazione a quest’opera sul territorio di San Nicola la Strada, città di pace.
Mimmo Santacroce
Hanno detto dell'artista e dell'opera:

Avv. Angelo Pascariello (Sindaco di San Nicola La Strada)
11 settembre 2001: una data che difficilmente il mondo intero, le coscienze umane potranno dimenticare.
L'11 settembre 2001 due aerei dirottati da terroristi si abbattono sulle “Twin Towers”, le “Torri Gemelle” del World Trade Center di New York, distruggendole; un terzo aereo colpì il Pentagono a Washington e un altro ancora si schiantò al suolo per l'intervento di alcuni passeggeri.
Un colpo tremendo nei confronti del mondo civile ed evoluto rappresentato dall'imponenza di quelle strutture la cui distruzione ha provocato dolore, angoscia e morte, scuotendo profondamente l'opinione pubblica mondiale.
Proprio per non dimenticare, ma per riflettere, il nostro Comune ha accettato con fervore la proposta dell'artista Mimmo Santacroce, sannicolese d'adozione, che ha deciso di donare alla nostra città un'opera d'arte di grande spessore, realizzata in ferro, che richiama agli occhi e alla mente la “tragedia americana” dell'undici settembre 2001.
L'opera intitolata, appunto, “11 settembre 2001” si erge, da oggi, nella piazzetta Matilde Serao, sul Viale Carlo 3°, affinché sia un monito per chi frequenta questo luogo e per i semplici passanti che potranno vedere raffigurato il dirottamento aereo, le scie di fumo e lo squarcio dopo l'impatto con le torri, una figura di donna piangente che esprime il dolore dell'umanità, la fiaccola della Statua della Libertà, simbolo del coraggio e della ripresa.
Un grazie sentito e doveroso all'artista Mimmo Santacroce per questo dono che ci farà riflettere e ci aiuterà a “non dimenticare”.
Anna Giordano
Un'arte che è cuore e cervello insieme, che è universale, ma che del tempo avverte i segnali più intensi e li decodifica, affidandoli alla materia: la tela, il metallo, il legno, i colori, le persone e le cose:
Questa è l'arte di Mimmo Santacroce.
Il suo laboratorio: una galleria senza fine, dove le opere vivono e fanno vivere; il regno tutto suo che diventa anche il tuo regno, quando hai il privilegio di entrarvi e di sprofondare in un abisso di pulsazioni e di vibrazioni che ti colpiscono prima in silenzio e poi ti interpellano forte e ti frugano dentro.
Quasi smarrito al centro di quella incredibile fucina d'arte inizia per te, a quel punto, la tua conversazione con l'opera, la creatura di Mimmo Santacroce, la creatura che non ti consente di guardare, di ammirare, di capire soltanto, ma che ti mette in moto un meccanismo sofferto di ricerca, finché non avverti che quella creatura appartiene anche a te, perché finalmente ne possiedi la chiave per decodificarla e plasmarla a misura tua.
Allora la tensione si fa gioia grande per esserti ritrovato in quei soggetti che Mimmo scandisce in varie forme, ma sempre con la stessa tonalità, quella dell'unità con la natura e la vita. Una natura che è umanità con le sue immagini di donne e di uomini provati dall'esperienza di un proprio vissuto, con i frutti copiosi della nostra terra, i paesaggi, gli accadimenti, le ambiguità della vita, la gioia ed il dolore.
Non è mai un'arte astratta la sua o impressionistica e neppure realistica, tanto è personale. E' una sperimentazione continua e sempre vincente. E' vero, anche il suo è stato un percorso di studio e di ricerca attraverso gli ismi, ma un percorso sempre dinamico e, quel che conta, tutto proprio, dove non è necessario leggere la firma sull'opera per intuire che lì, in quel quadro o in quella scultura, c'è Mimmo Santacroce.
L'artista appartiene al mondo. E' questa la condizione di Mimmo Santacroce, artista della nostra terra, l'amico che domina la materia e che sa piegarla al proprio talento. Inutile scomodare i tanti artisti del passato e di oggi né gli studiosi che hanno testimoniato e teorizzato sull'unità dell'arte.
Certo, non è un fatto ricorrente che il pennello, lo scalpello ed il tornio si incontrino agli stessi livelli d'arte in un unico operatore; ma la produzione di Mimmo Santacroce ne è una chiara testimonianza. Non è un pittore e neppure uno scultore o un forgiatore di metalli o un plasmatore di materia altra: è semplicemente un artista, che coglie e raccoglie le pulsazioni del cuore e della mente e le traduce in messaggi dove  c'è tutto il suo dire e dove c'è spazio anche per chi ne voglia godere.
Accade allora che, dopo la fruizione, in quel laboratorio assiepato di opere e, per questo, laboratorio vivente, dopo attimi ed attimi di osservazione e di trasalimenti, il visitatore avvia, spontanea, una conversazione con l'artista per misurare la propria percezione con la sua.
Mai lo stesso punto d'arrivo, ma sempre un modo di confrontarsi, che talvolta sfiora perfino una inattesa solidarietà. E' come leggere, ciascuno per la sua parte, un evento, un palpito, un messaggio e riviverlo. Ciascuno per la sua parte.
Sono gli accadimenti della vita che mettono in moto l'arte di Mimmo Santacroce. E' egli stesso ad affermarlo. Quelli del quotidiano, che mai quotidiano è, perché finiscono per appartenerti, e quelli del mondo. Ma l'autore non cade mai nel rischio, che pur c'è, di lasciarsi ammaliare dalla globalizzazione. Anche un accadimento a cifre globali ha un riverbero individuale in ciascuno di noi.
Ecco perché dinanzi alla immensa e stupenda opera che Mimmo Santacroce ha creato per ricordare la tragedia delle Twin Towers colui che la osserva vive la dimensione del dolore universale e, allo stesso tempo, la dimensione del proprio destino di uomo e di donna.
Una tragedia che è diventata la tragedia di tutti e che a ciascuno parla una lingua diversa: lo smarrimento, lo stupore, il pianto, la paura, perfino l'ammirazione sacrilega per una mente tanto perversa che ha orchestrato la tragedia e per una tecnologia piegata alla distruzione totale.
L'olocausto delle Twin Towers. Un groviglio di metallo, a prima vista, che poi, lentamente, si rivela un monumento alla speranza. Il metallo forgiato, piegato, attorcigliato, plasmato come fosse materia ancora incandescente, si leva in alto con le sue forme disumane, che dicono dell'umanità offesa,  con le sue significazioni. Un metallo dolente, intricato e poi finalmente libero verso una luce che si accampa in alto.
Un messaggio potente.
Tragedia e fede nell'opera di Mimmo Santacroce. Qui come altrove. Qui ancora più forti, perché la notizia di cronaca, anzi questa pagina buia della storia dell'umanità gronda di sangue per sempre.
Morte e resurrezione ancora più forti, perché il trionfo sul dolore, che ha gli echi degli immortali Trionfi petrarcheschi e che Mimmo Santacroce rappresenta con questa sua incomparabile opera comunicandoci tanto intense emozioni, è il testimone della speranza di un'umanità piegata e mai vinta. Un'umanità che sa risorgere.
“11 settembre 2001”: un'umanità annunciata nell'opera di Mimmo Santacroce.


Guarda - Foto dell'inaugurazione del monumento
Copyright 2021 © Giovanni Santacroce. Tutti i diritti riservati. Ultimo aggiornamento febbraio 2024.
"...l'Arte, impressione che fa espressione."
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